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Kit di emergenza in casa quando c'è un'emergenza, ecco cosa avere

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di Redazione

16/07/2025

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Viviamo con la convinzione che l’ordinario si ripeterà in eterno. Aprire il rubinetto e trovare l’acqua, accendere la luce e vedere il mondo. Poi accade qualcosa: una frana, un’alluvione, un blackout totale. E ci si ritrova a fare i conti con la fragilità domestica, quella che di solito si ignora, perché è più comodo così. In quelle ore sospese, l’unica differenza tra il panico e il sangue freddo può essere uno zaino preparato in anticipo. Un kit.

Il piano familiare: l’inizio di ogni sopravvivenza

Prima ancora di pensare agli oggetti da infilare in uno zaino, esiste una responsabilità silenziosa e trasversale: il coordinamento. Parlare con i propri cari, spiegare a un bambino dove si trova il muro portante più vicino, designare un referente fuori comune per le comunicazioni in caso di disconnessione. Anche decidere insieme dove ritrovarsi se ci si perde. E annotare tutto, nero su bianco. Non per ossessione. Per prudenza.

Una casa, spesso, non è fatta solo di mattoni: è fatta di percorsi di fuga, numeri d’emergenza scritti in chiaro accanto al telefono, prese del gas da chiudere in automatico al primo tremore. E più i piani si discutono prima, più si risparmierà tempo dopo. Tempo che può diventare vita.

Lo zaino per l’evacuazione: la concretezza che salva

Una torcia, un coltellino, qualche batteria. Ma anche medicine salvavita, documenti duplicati, chiavi di riserva. Tutto deve essere pensato per accompagnare un individuo nei primi giorni fuori casa. Senza l’elettricità, con i negozi chiusi, in condizioni spesso imprevedibili.

A questo si aggiungono le esigenze personali: un bambino ha bisogno del suo latte, una persona anziana del suo apparecchio acustico, un iperteso della sua pillola quotidiana. Ogni zaino dovrebbe essere costruito su misura, e ciascun membro del nucleo familiare dovrebbe sapere esattamente dove si trova il proprio.

E in ogni zaino, senza eccezioni, non dovrebbe mancare una fonte d’illuminazione affidabile. Nei contesti più critici, ad esempio dove si manipolano gas o ci si trova in ambienti a rischio esplosione, è fondamentale dotarsi di dispositivi certificati. In questi casi, conviene informarsi su soluzioni come le torce atex antideflagrazione, progettate appositamente per l’utilizzo in atmosfere potenzialmente esplosive.

Il magazzino domestico: cosa serve davvero

Il secondo pilastro della preparazione riguarda chi, in emergenza, non può o non vuole lasciare la propria abitazione. In questi casi, servono almeno tre giorni di autonomia. Acqua potabile in quantità adeguata (quattro litri al giorno per persona), cibo a lunga conservazione, un apriscatole manuale.

Ma non basta. Occorrono anche presidi per l’igiene (sapone, asciugamani, carta igienica), una cassetta di pronto soccorso aggiornata, medicine generiche e, se necessario, specifiche. E poi le necessità meno evidenti: cibo per animali domestici, torce funzionanti, batterie cariche, una radio portatile che consenta di ascoltare le comunicazioni delle autorità anche in caso di isolamento.

Ciò che si dimentica spesso è che un'emergenza può costringere a vivere in casa come fosse una grotta: senza luce, senza riscaldamento, senza contatti. Ogni oggetto del kit va pensato per funzionare in autonomia, lontano dalla rete e dai suoi automatismi.

Il kit tascabile: compattezza e funzionalità

Non tutte le emergenze permettono di afferrare uno zaino completo. A volte si ha il tempo di infilarsi le scarpe e basta. Per questo è utile predisporre anche un piccolo “survival kit” portatile: coltello multiuso, fischietto, coperta termica, fiammiferi impermeabili, candele, bustine di zucchero e sali minerali. Tutto deve stare in un contenitore robusto e impermeabile, preferibilmente metallico. L’obiettivo non è la sopravvivenza a lungo termine, ma guadagnare ore preziose, magari la notte in attesa dei soccorsi.

L’esperienza ha insegnato che ciò che sembra superfluo nei giorni tranquilli diventa essenziale nel caos. Una torcia minuscola può guidare fuori da un tunnel allagato. Un pezzo di corda può sollevare un mobile per liberare una persona incastrata. Oggetti minuscoli, funzioni enormi.

Quando tutto salta: restare lucidi nel vuoto

Ci sarà un momento – breve, violento, spiazzante – in cui qualcosa interromperà la normalità. Un boato, un tremore, un blackout. E in quell’istante nessuno controllerà lo smartphone per capire cosa fare. La differenza la farà ciò che è stato pensato prima, preparato nei dettagli, memorizzato e testato. Eppure, anche i kit meglio organizzati possono fallire se manca la lucidità. Quella si allena come un muscolo. Anche solo parlando con i figli di dove andare, o allenandosi a chiudere in fretta l’acqua e il gas.

Il punto non è vivere nella paura. Ma sapere di avere strumenti, mentali e materiali, per affrontare le ore in cui tutto può precipitare. E magari, alla fine, riporre lo zaino nell’armadio con la speranza che resti lì per sempre. Ma con la consapevolezza che, se servirà, sarà pronto.

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