Fenomeno Job-creep: cos’è e come comportarsi

Il mondo del lavoro, come sappiamo, è in continua evoluzione e, complice la pandemia, negli ultimi anni si sta assistendo al ritorno o alla nascita di particolari fenomeni aziendali che ben delineano le nuove esigenze di lavoratori e lavoratrici e le conseguenze psicofisiche di una certa idea di lavoro. Tra le più importanti evidenze sulle modalità di lavoro si possono citare il job-creep, il quiet quitting e il nomadismo digitale, tre conseguenze di un nuovo modo di concepire il tempo e il lavoro, che in alcuni casi però potrebbe avere preoccupanti risvolti psicologici. Il job-creep ad esempio colpisce il 6% degli italiani come spiega l’ultima infografica Unicusano sul lavoro e porta le persone che vivono questo disagio a lavorare molto di più, a prendersi responsabilità che non gli competono e a distinguere sempre meno la vita privata dalla vita lavorativa. In questo articolo approfondiamo il fenomeno job-creep e scopriamo come comportarsi per riconoscerlo e arginarlo.

Job- Creep: cos’è

Il termine “job creep” o “work creep” letteralmente significa “lavoro strisciante”, ma per rendere meglio il concetto, si potrebbe tradurre in italiano con “lavoro tossico”. Nato come fenomeno a ridosso del nuovo millennio, circa 20 anni fa, sta tornando in auge dalla riapertura degli uffici dopo la pandemia. A differenza di altri fenomeni aziendali legati al lavoro, come le great resignation o il quiet quitting, il job-creep è una sorta di forma di dipendenza dal lavoro. Chi ne è colpito tende a lavorare molte più ore rispetto a quelle che dovrebbe, si assume molte più mansioni rispetto a quelle previste dal contratto e resta sempre connesso ai device per rendersi disponibile tutto il  giorno. Tutto questo a fronte di alcun ritorno economico o di carriera. L’origine dello sviluppo di questo fenomeno è da ricercare sicuramente nel dilagare dello smart working durante il Covid-19, perché la capacità di operare da casa o da qualsiasi altro posto ha modificato la gestione della sfera privata e della sfera lavorativa. E chi non è riuscito a organizzare i due aspetti, ha fatto pendere la bilancia sul lavoro.

Job Creep: la situazione in Italia

In Italia il fenomeno del job-creep si sta manifestando con numeri sempre più crescenti e alcune categorie di lavoratori e lavoratrici sono proprio in sofferenza da questo punto di vista. Secondo una recente indagine infatti, il 90% degli insegnanti soffre di job-creep, lavorando anche nei weekend e dopo il lavoro, annullando di fatto la propria vita privata. Le ragioni di questa scelta vengono collegate a un dovere professionale che di fatto nessuno ha imposto o previsto in tal modo. E il problema potrebbe estendersi ad altri lavoratori e lavoratrici. Intervenire su queste manifestazioni di insofferenza è fondamentale per evitare rischi sulla società e sulla salute personale. 

Le conseguenze psicologiche del Job- Creep

Concentrare le proprie giornate quasi esclusivamente sul lavoro porta ad aumento dei livelli di stress che incidono sulla qualità della vita. La conseguenza più grave dello stress è il cosiddetto burnout, ossia l’esaurimento delle risorse psicofisiche che generano sintomi negativi associati al lavoro e provocano disturbi psicologici. Secondo un recente studio condotto da BVA-DOXA e Mindwork il 76% degli italiani ha manifestato almeno un sintomo del burnout, mostrando sfinimento e cinismo e riducendo l’efficienza lavorativa.

Come comportarsi se si vive un lavoro tossico

Per affrontare il fenomeno e provare a superare questa situazione, il primo passaggio è fare un autoanalisi dei propri comportamenti e ridimensionare i propri obiettivi, confrontandosi anche con colleghi e responsabili del team. Bisognerebbe anche avere il coraggio di dire di no se quell’attività va a occupare un momento di vita privata o non ci compete, anche perché staccare dal lavoro è rigenerante per la mente, che ha bisogno di ricaricarsi per essere efficiente. Se non si riesce ad agire in maniera autonoma, consultare uno specialista potrebbe essere la strada più indicata per iniziare il percorso di disintossicazione.